Davide Mosconi. Fotorafia, musica, design
La Galleria Milano è lieta di presentare una mostra antologica dedicata a Davide Mosconi (Milano, 1941-2002), sperimentatore instancabile come artista, musicista, fotografo e designer. L’occasione si lega all’uscita della prima esauriente monografia su Mosconi, scritta da Elio Grazioli.
La figura di artista di Mosconi è uno dei non moltissimi esempi del modo giusto di essere artista nella condizione contemporanea, quella che mette in gioco tutto se stesso, che non si limita a un apporto estetico ma rappresenta un modo di essere e di avere a che fare con il mondo.
Davide Mosconi intraprende una coraggiosa fusione tra arte e vita lungo tutto l’arco della sua biografia, mantenendo lo spirito sincero dell’amateur. Nato e cresciuto a Milano, abbraccia quasi contemporaneamente la passione per la fotografia e per la musica. Dopo essersi diplomato al conservatorio G. Verdi, nel 1961 si trasferisce a Londra dove studia fotografia al London College of Printing. Nel 1963, per quattro anni, lavora come assistente di Richard Avedon e Hiro. Tornato a Milano nel 1967, tiene presso la Galleria Il Diaframma la sua prima personale dal titolo Il sogno di Davide. Nel 1968 forma il “Quartetto” con Gustavo Bonora, Marco Cristofolini e Enzo Gardenghi, con i quali organizza una serie ininterrotta di concerti dal vivo, eventi privati e registrazioni in studio. Nel frattempo fonda lo studio di fotografia e grafica “Studio X”, presso il quale realizzerà negli anni seguenti campagne pubblicitarie, servizi di moda e di costume. Nel 1970 progetta e realizza il libro fotografico Design Italia ’70. Nel 1972 partecipa alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMA di New York con il cortometraggio Something to belive in; due anni dopo è tra gli artisti diFotomedia, mostra itinerante tra Dortmund e Milano. Intanto continua ininterrottamente la ricerca musicale, attraverso la performance, la collaborazione con altri musicisti, l’improvvisazione e l’invenzione di strumenti inediti. Nei primi anni Ottanta comincia a lavorare su invito della Polaroid con la nuova macchina oversize 51×61 cm. Nel 1984 inaugura con In morte del padre la serie dei “trittici”, per cui riceve il premio Polaroid; nel 1997 gli è conferito il primo premio per la fotografia d’arte dal prestigioso International Center of Photography. In questi anni si concentra su procedure affidate al caso e all’istante: i due lavori più importanti in questa direzione sono le serie fotografiche Disegnare l’aria e Polveri, omaggio a Bruno Munari. Il 4 aprile 2002 muore fatalmente, investito da un taxi.
Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni e gallerie in tutto il mondo, tra cui la National Gallery di Bruxelles, l’I.C.A. di Londra, la Guggenheim Foundation di Venezia, la Biennale di Venezia (1991, 1993, 2001, 2003), la Rayburn Foundation di New York.
La Galleria Milano gli ha dedicato due personali nel 1998 e nel 1999 e ha esposto più volte le sue fotografie in mostre collettive. A partire dal 2006 ha ospitato una serie di concerti con l’intento di eseguire tutti i brani contenuti ne LASTORIADELLAMUSICADIDAVIDEMOSCONI, libro d’artista realizzato da Davide e pubblicato con Do-Soul nel 1989.
In occasione della mostra verrà presentata la monografia di Elio Grazioli.
Inoltre verrà presentata, per la prima volta in Italia, la Sezione ritmica, prima parte della composizione Sezione aurea. L’installazione e la direzione sonora della première saranno a cura di Gerardo De Pasquale. Concepita da Davide Mosconi nel 1971 in occasione della nascita della figlia Tantra, e compiuta nel 2000 dopo un lungo processo di elaborazione, è stata finalmente edita quest’anno a Doha da Alga Marghen, grazie a Emanuele Carcano e Gabriele Bonomo. Si tratta di sei dischi vinilici vergini, senza alcun suono registrato, sulla cui superficie sono state tracciate linee algebriche con punte di diverse misure. «Il lavoro nasce da un mio vecchio desiderio: fare una musica che, senza alterare gli elementi che la costituiscono, ogni volta che viene suonata non è mai uguale a se stessa», spiega l’artista in un suo scritto pubblicato nel cofanetto di Sezione aurea (Alga Marghen, Doha 2014). I dischi vanno suonati insieme, ma è impossibile farli partire simultaneamente: nell’irrepetibilità del suono che ne deriva sta la dichiarazione di unicità che Davide Mosconi voleva raggiungere.