Global Tools

R. DALISI, A. MENDINI, D. MOSCONI, F. RAGGI, G. PESCE

Il corpo umano analizzato prima della de-finizione di fini funzionali, prima dell’azione dei filtri della cultura, prima della costrizione dentro la rigidità dei sistemi. .
Il corpo come strumento primario. Nell’accezione convenzionale, il corpo è considerato un impedimento o comunque un fattore trascurabile, della cui consapevolezza d’uso non ci si cura; in certe religioni il corpo è vissuto come una colpa, liberarsi della sua fisicità è un traguardo.
In un processo di azioni deintellettualizzate si può pensare ad una indagine del corpo inteso come strumento, prescindendo da culture specifiche, simulando e ripercorrendo il processo che va, progressivamente, dalla scoperta, all’uso finalizzato e non del proprio corpo. L’esito conoscitivo non è prevedibile, ma sarà determinabile via via a posteriori delle operazioni. Si potranno allora innescare processi di maggiore consapevolezza sull’uso e sulle possibilità strumentali del proprio corpo.
L’indagine può cominciare con un «inventario del corpo umano », dove il corpo umano è considerato come strumento per sopravvivere, per costruire, per comunicare, per teorizzare. Si pensa ad una classificazione generale sulle caratteristiche, sull’uso e sulle attività del corpo, tramite un catalogo visivo, un rilevamento senza fine dell’attività fisica diretta del corpo stesso.
L’inventario del corpo umano può portare ad una presa di coscienza del corpo come oggetto, nella sua duplice realtà fisica e mentale. Una sequenza base di schede campione può dare avvio ad una griglia continua, sempre più dettagliata e complessa.

IPOTESI PER UN INVENTARIO DEL CORPO UMANO RILEVAMENTO DEL CORPO
— Elenco delle parti. — Morfologia, rilievo, anatomia del corpo. — Il corpo come oggetto costruito. — I materiali del corpo: carne, peli, capelli, unghie … Il corpo come strumento. — Il corpo come energia (come macchina). — Le età. — Il feto. — L’invecchiamento. — Il cadavere. — Le razze. — L’evoluzione. — I .cinque sensi (vista, udito, gusto, tatto, olfatto). — Patologia del corpo. — Il corpo deformato. — La rappresentazione del corpo. — Bel-lezza.

Quartetto

 

Pezzo per arpa, donna, sedia e lana.
Solo. 1974, 18 minuti
Una grande maglia di lana viola avvolge completamente lo strumento, lo sgabello e l’arpista che pizzica una sola volta la corda.

Pezzo per armatura e violino amplificato.
Solo. 1973, 12 minuti
Costruire un elmo in lamiera d’accaio che possa accogliere la testa del violinista, il violino, l’archetto e tutti i suoi movimenti. Dipingerlo di giallo. Sostituire al violino quattro corde uguali e accordarlo. All’interno disporre un microfono a contatto sullo strumento, uno sull’armatura e due microfoni nelle orecchie del violinista.

Pezzo per fisarmonica, bandoneon, armonica a bocca e nastro adesivo.
Per due esecutori.1972, 20-25 minuti
Il fisarmonicista seduto suona contemporaneamente i tre strumenti mentre viene avvolto nel nastro adesivo fino ad esserne completamente immobilizzato.

Pezzo per pianoforte, contenitore per pianista e nastro magnetico.
Per due esecutori.1971, 10 minuti
“L’anima”. Costruire un contenitore nero che possa racchiudere un pianista seduto alla tastiera. Disporre sulle corde del pianoforte chiuso un altoparlante piatto(A) e su un carello dietro le quinte un altoparlante normale(B). Durante lo scorrere del nastro preregistrato, passare il suono da A a B.Dopo un certo tempo portare fuori dal teatro l’altoparlante B e allontanarsi sempre più fino alla fine del nastro.

Giro del mondo

Con il ciclo di opere dal titolo “Il giro del mondo: Landmarks” (1974), Davide Mosconi adottò in modo definitivo la tecnica Polaroid in quanto mezzo di decostruzione analitica dell’immagine fotografica. Base concettuale di questo ciclo fu un’installazione fotografica realizzata nello stesso anno che riproduceva, in scala reale, la mappatura di uno spazio espositivo attraverso un numero determinato di punti di osservazione mediati dall’inquadratura fotografica: “Rilevamento di 30 punti di vista all’interno di uno spazio adibito a galleria d’arte in Torino eseguito con fotografie Polaroid 8 x 8. Le fotografie sono appese nel punto esatto dove si trovava la macchina appoggiata all’occhio” (D.M.). “Il giro del mondo: Landmarks” applica invece la stessa logica di osservazione, riconducendola però a “images trouvées” preesistenti e neutre nella loro banalità funzionale: serie omogenee di cartoline postali che illustrano alcuni luoghi simbolici visitati dall’autore o legati a vario titolo alla sua biografia. Si enumerano almeno sei diversi soggetti: Milano (Domo), Bruxelles (Grand’Place e Hotel de Ville), Amsterdam (Magere Brug), London (Piccadilly Circus), Mexico (San Juan Teotihuacan), e Niagara Falls. Per ogni immagine di ciascuna cartolina Mosconi risalì al preciso punto prospettico dell’inquadratura e decise di scattare a sua volta una nuova fotografia nello stesso punto, rivolgendo però l’obiettivo verso il suolo (con una sola ma significativa eccezione: la prospettiva delle vedute aeree dei templi messicani di San Juan Teotihuacan gli suggerì invece di rivolgere l’obiettivo verso il cielo, a suggello di quanto i “cieli” risultino di fatto il tema figurativo più ricorrente nella fotografia di Mosconi). Il lavoro definitivo si compone così delle due fotografie sovrapposte l’una sull’altra, come se ciascuna immagine dovesse contenere, in sé, anche il proprio specchio negativo.

Gabriele Bonomo

Autoritratto

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
 Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi